Paolo Gorini fu docente presso il Liceo Comunale di Lodi dal 1834 al 1857. Del suo magistero restano rare ma interessanti fonti, recuperabili tra i documenti conservati presso l’Archivio Storico del Comune di Lodi e l’Archivio Storico del Liceo Verri, sempre a Lodi. Alcune altre brevi testimonianze si trovano presso le carte autografe di Gorini conservate presso la Biblioteca Laudense. Infine, altre testimonianze ancora, più aneddotiche che storiografiche, sono affidate alle cronache dei molti necrologi comparsi in seguito alla morte dello scienziato.
Fra i nomi meglio noti della storia risorgimentale e post risorgimentale italiana, tra i quali, per esempio, quello di Guido Baccelli, spicca fra i necrologi dedicati a Gorini il ritratto apparso sul «Crepuscolo» del 20 febbraio 1881. Ne era autore Paolo Monferini, ex allievo liceale dello scienziato, che ne ricordava, oltre alla didattica efficace, il piglio e l’ideale patriottico che lo infervoravano. Tra il 1847 e il 1848, il giovane Tito Speri sedette nella classe di Gorini. I fatti del 1848 infuocarono il Liceo comunale e se Speri ne fu protagonista, non furono da meno i docenti dell’Istituto.
Durante le Cinque Giornate di Milano, Gorini illustrò al Comitato Segreto di Lodi un piano lungimirante per fermare l’avanzata degli austriaci. Lo studioso proponeva la messa in opera di un percorso minato da attivarsi a distanza, per mezzo di un comando elettrico. Non è inutile ricordare che lo stesso Gorini aveva citato come esempio e antecedente della sua idea il caso di Archimede e dei famosi specchi ustori. Per mancanza di tempo, tuttavia, il piano restò inespresso e la storia seguì il suo corso.
Tornato a Lodi dopo un breve periodo trascorso probabilmente in Svizzera, Gorini restò in cattedra fino al 1857, anno in cui chiese e ottenne un pensionamento anticipato per motivi di salute. In tal modo avrebbe potuto continuare indisturbato i numerosi esperimenti di geologia sperimentale e di anatomia conservativa, già da tempo intrapresi tra le mura del proprio laboratorio, insediato nella chiesa sconsacrata e oggi non sopravvissuta di S. Niccolò. Nello stesso anno, l’istituto in cui lo scienziato aveva pazientemente insegnato per ventitre anni con la passione che gli era propria veniva ribattezzato Imperial Regio, in ottemperanza ai voleri asburgici sul Lombardo-Veneto. Quattro anni più tardi l’Italia sarebbe finalmente stata liberata e unificata sotto il tricolore sabaudo.
La collezione Paolo Gorini si trova all’interno dell'Ospedale Vecchio di Lodi. L’ingresso si apre sull’incantevole cornice del chiostro quattrocentesco, detto della Farmacia.
Orari di apertura:
mercoledì dalle 10.00 alle 12.00,
sabato dalle 9.30 alle 12.30,
domenica dalle 14.30 alle 16.30.
Ingresso gratuito
Nata nel 1981 come Museo Paolo Gorini venne da subito ospitata nella ex Sala Capitolare dell’Ospedale Vecchio. A partire dal 2008 i preparati sono esposti in un allestimento rinnovato, rispetto a quello ideato e realizzato da Antonio Allegri. Agli ambienti espositivi si è aggiunta una Sala Conferenze.